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"La farfalla dalle ali spezzate" di Vittoria De Marco Veneziano
Introduzione di Douglas Doman,
vicedirettore del "The Institutes for the Achievement of Human Potential" di Philadelphia
          E’ una vita che viaggio in tutto il mondo per insegnare ai genitori dei bambini cerebrolesi che cosa fare, e non manco mai di stupirmi di ciò che le prime pagine dei giornali ci presentano giorno dopo giorno.
          In tutto il mondo è lo stesso: i titoli riguardano guerre, odio, pregiudizio, criminalità, disonestà e caos. Le luci sono sempre puntate su quel due percento dell’umanità che ha passato la giornata di ieri a cercare di rovinarci la vita.
          Eppure anche ieri la stragrande maggioranza dell’umanità ha passato la giornata a fare del proprio meglio per il bene dei propri figli, della propria famiglia, nel lavoro, per la propria comunità e per il proprio paese. E tra queste persone, capita a volta di incontrare dei veri eroi e delle vere eroine.
          L’autrice di questo libro, Vittoria De Marco Veneziano, è una di queste rare eroine. Solo i genitori dei bambini cerebrolesi, o di altri bambini con grossi problemi, possono capire pienamente che cosa ha dovuto affrontare la famiglia della signora De Marco Veneziano nel combattere i problemi causati da una grave lesione cerebrale.
          Coloro che il Signore non ha ritenuto degni di avere un bambino cerebroleso non possono che fare un passo indietro e osservare con rispetto l’amore e la determinazione delle signore De Marco Veneziano di tutto il mondo. A noi non resta che cercare di imparare da questi genitori, che sono la crème-de-la-crème, e fare del nostro meglio per seguirne l’esempio. E’ diventando noi stessi dei genitori migliori, più determinati ed affettuosi, che i nostri figli avranno a loro volta la possibilità di diventare dei genitori ancora migliori. E’ così che l’umanità può incamminarsi verso tempi migliori. Queste eroine sono le nostre guide.
          Ma c’è altro che possiamo fare. Ogni volta che vediamo o sentiamo parlare di una famiglia con un bambino cerebroleso, abbiamo tutti la possibilità di aiutarli. Sono ormai più di cinquant’anni che lo staff degli Istituti per il raggiungimento del potenziale umano lavora per aiutare i bambini cerebrolesi, e parliamo di più di 17.000 famiglie provenienti da oltre 100 nazioni di tutti i continenti. Nonostante le differenze culturali, le diverse lingue parlate e le differenze di credo religioso, queste famiglie sono unite dall’amore incondizionato che hanno per i loro bambini cerebrolesi. Maria era una di questi bambini. Né lei, né i suoi 17.000 fratellini e sorelline hanno mai fatto male a nessuno, né hanno mai fatto nulla per cui meritassero di essere cerebrolesi.
          Eppure Maria e le milioni e milioni di altre persone cerebrolese in tutto il mondo fanno parte della minoranza più incompresa e oppressa. I bambini cerebrolesi che sono paralizzati e vorrebbero disperatamente potersi muovere sono spesso tenuti a letto, in delle sedie a rotelle o in altri attrezzi. Non ricevono mai l’opportunità di essere tenuti a terra, dove avrebbero l’opportunità di sviluppare il movimento come gli altri bambini.
          I bambini cerebrolesi, che hanno un’intelligenza potenziale incredibile, sono spesso ritenuti troppo “stupidi” perché gli si insegni. In questo libro leggerete di come la signora De Marco Veneziano ha insegnato a leggere a sua figlia, e di come questa sia sbocciata come un fiore da un punto di vista intellettivo. I bambini che soffrono di convulsioni vengono tenuti sotto anticonvulsivi che spesso non funzionano e che li rendono dipendenti. O devono prendere dei farmaci come il principio del Metilfenidato, una sostanza che li droga fino all’intontimento; e sono bambini questi che finiscono poi ovviamente con l’essere considerati “stupidi”.

          Sono passati vent’anni da quando Maria ha fatto il nostro programma. Da allora gli Istituti hanno continuato a ricercare e sperimentare nuovi programmi per il miglioramento della mobilità e della respirazione. Altri programmi per lo sviluppo del linguaggio, della competenza manuale e per il miglioramento dello stato di salute purtroppo non esistevano ancora, ai tempi in cui vedevamo Maria. Ora ogni settimana visitiamo bambini di tutto il mondo che si mettono a strisciare, carponare, camminare e correre, e che sviluppano le loro abilità linguistiche, manuali e intellettive.
          Leggerete di come la signora De Marco Veneziano scoprì che Maria aveva un problema, e di come i dottori le dissero che la bambina non aveva speranze: che non c’era nulla da fare. Questo accade di continuo, in tutto il mondo. Ed in tutto il mondo, in una simile situazione, i genitori si dicono: “E’ impossibile. In un mondo in cui possiamo mandare delle persone sulla luna e abbiamo distrutto una malattia antica come la poliomielite, come può essere che per il nostro bambino non ci sia nulla da fare?”
          E’ in quel momento che i genitori come la signora De Marco Veneziano si incamminano per il sentiero che li porta a diventare eroi. Lotteranno perché il loro bambino abbia la miglior vita possibile. E con successo.

          Benvenuti in quel mondo di amore, determinazione e fede.

          Benvenuti in quel tipo di storia vera che dovremmo trovare ogni giorno sulla prima pagina del nostro giornale.
Traduzione italiana di Alberto Nicolini.